L’introduzione dei social networks ha comportato e sta comportando una totale riscrittura dei metodi relazionali e (dunque) cognitivi della maggior parte della popolazione umana!
Considerato dai media tradizionali alla stregua di uno tra i tanti fenomeni di costume che hanno caratterizzato con regolarità il susseguirsi delle varie civiltà umane, ciò che invece si sta verificando oggi sembra più il progetto di riduzione in schiavitù cognitiva ed emotiva della maggior parte degli esseri umani, facenti capo a quelle aree del pianeta considerate socialmente avanzate e tecnologicamente evolute.
La cosa più sconcertante é come tale pratica venga di buon grado accolta e accettata dalla stragrande maggioranza degli individui. Come a dire “beh, se lo fanno tutti ci sarà una buona ragione, se lo fanno tutti andrà di certo bene!” Nessun moto di ribellione, la scuola o le istituzioni più in generale, i media, nulla! Il silenzio assoluto e assordante di una società totalmente annichilita e soggiogata, complessivamente piegata ai voleri del nuovo liberismo finanziario e tecnologico.
E intanto vediamo persone che guidano l’auto mentre scrivono cazzate su wrotshupp e la figlia su sedile dietro dell’auto che cerca (e non trova) il papà o la mamma perso/persa nel vuoto dell’iperspazio telematico..
Altre che passeggiano o fanno la spesa al supermercato con la testa china in segno di sottomissione e sudditanza nei confronti del nuovo connettore socio-emozionale che mai li abbandona.
Abbandonato oramai totalmente il senso per ciò che é vero e reale, a favore di ciò che é virtuale e artificiale.
Una sorta di spiritualizzazione dei rapporti umani e sociali, che tuttavia compie il percorso inverso, bypassando totalmente ciò che di più profondo ha l’uomo della sua natura ancestrale e predilige invece le scorciatoie, i percorsi brevi e veloci della connessione globale, del “in tempo reale”, che di reale non ha nulla e si potrebbe anzi considerare la creazione più sintetica che l’uomo abbia mai prodotto prima.
E così di plastica diventano le persone, i loro volti, le loro espressioni, tutte uguali. Il loro abbigliamento fatto in serie. I loro atteggiamenti e comportamenti, cosi prevedibili, cosi noiosi, cosi inutili a loro stessi e agli altri.
La musica che ascoltano in radio i film che proiettano al cinema, il cibo, le opere d’arte, i libri, e tutto il resto…
E così diventa artificiale la società, fatta da una massa di individui oramai deprivati del proprio senso delle cose, svuotati intimamente della loro profondità di esseri umani e per questo sempre alla ricerca ossessiva di qualcosa che colmi questo vuoto interiore, incolmabile da qualsiasi nuovo acquisto, da qualsiasi nuovo 3×2, da qualsiasi nuova amicizia virtuale, da qualsiasi nuovo aumento di stipendio…
E così ci ritroviamo a passeggiare tra individui che di umano hanno conservato solo l’involucro esterno, ma che dentro non sanno nemmeno loro cosa gli sia ancora rimasto, perche semplicemente non se lo chiedono più..
..e allora torniamo a farci delle domande!
Torniamo a chiederci il perché delle cose, come quando eravamo bimbi piccini picciò……………………
1 commento
Essere vivi fa fare anche brutte figure, ma non sempre!