I cittadini: «Vogliamo sapere se gli orti che coltiviamo sono contaminati. Dopo due anni pretendiamo chiarezza»
Il punto non è né il cartello che sancisce il divieto, né tantomeno il taglio dell’erba. Tutto ruota attorno alla questione sanitaria. E, a seguire, d’indagine.
Al centro del dibattito, i quartieri di San Polo e Buffalora o, meglio, il campo che incrocia le vie San Polo, Merisi e Fiorentini, a pochi metri dallo stabilimento dell’Alfa Acciai. Nell’estate 2008 infatti, il Comune si era visto costretto ad apporre nell’area il dibattuto cartello che sanciva il «Divieto di pascolo», in cui pure si legge: «È severamente vietato sfalciare, asportare, utilizzare o disperdere l’erba giacente nel terreno». Fino allo scorso lunedì, quando l’erba viene tagliata. E scompare dal campo. Una questione, questa, sulla quale il Comune «farà chiarezza nei prossimi giorni».
La vicenda è iniziata però con i rilievi di Arpa e Asl: i primi sul suolo, dove «nessuna anomalia è stata riscontrata»; i secondi sull’erba, dove è invece stata riscontrata la presenza di Pcb. A distanza di due anni, il Comune ha chiesto all’Asl di ripetere le indagini per confermare (o smentire) la nota contaminazione.
Ma i cittadini non sono soddisfatti. Perché se è vero che il divieto è stato apposto da tempo, è altrettanto vero che «nessuno se ne è mai più preoccupato. Nonostante le assemblee, gli incontri, i dibattiti. Senza neppure dare risposte concrete a chi in questi quartieri abita e, in molti casi, coltiva il proprio piccolo orticello». Già. Gli orti. Se il Pcb è stato rintracciato nell’area di via Merisi, secondo quali criteri – e quando – ne è stata esclusa la presenza nei campi circostanti? La situazione può essere – e sarà – risanata oppure quel che è stato è stato? Come è possibile che il terreno sia sano e l’erba inquinata? A tal proposito non manca chi, dopo aver fatto qualche approfondimento, ipotizza: «L’erba ha assorbito il Pcb e la diossina che noi respiriamo quotidianamente nell’aria inquinata, per questo il suolo è sano». Le domande non finiscono qui. Da dove proviene quel Pcb, dall’aria? Soprattutto: tutto questo ha incidenza sulla salute dei cittadini?
E qui si torna al nodo d’origine, quello legato alla salute: gli orti che in molti ogni giorno coltivano, prodotti annessi, sono mai stati analizzati? Sarà solo l’Asl – nel momento in cui deciderà di affrontare il caso sotto il profilo sanitario – a poter fornire le risposte giuste. Intanto, a San Polo, si continua ad aspettare.
Tratto da: Giornale di Brescia