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LE 4 REGOLE DELLA TERMODINAMICA UMANA

Viviamo in un periodo storico straordinariamente importante per questo pianeta e per la sua umanità. Le società, cosiddette civili, sono giunte alla fine. È giunto alla fine il modello sociale su cui si basavano, sono fallite le ideologie e le religioni, perennemente in lotta tra di loro, nel disperato e vano tentativo di salvare il proprio dio opulento, divenuto troppo umano e così mortale.

L’uomo, non più in grado di riconoscersi nell’altro (anzi in antitesi senza soluzione di continuità) e deprivato di una Visione Spirituale profonda, che nessuna religione del pianeta è stata in grado di indicare, si circonda ossessivamente di oggetti (spesso anche gli individui ne assumono i connotati) sperando inutilmente di sfuggire a questa sua tragica condizione.

Da secoli l’uomo dedica gran parte delle proprie energie ad accumulare anziché distribuire. Oggi questa condizione spinta verso l’estremo, vede pochi individui disporre della maggior parte dei beni materiali e immateriali di questo pianeta e moltitudini di individui condurre vite difficili e in diversi casi soffrire e patire la fame.
Questo momento storico è particolarmente importante perché dalla ceneri di questa svilita umanità rinascerà come un Araba Fenice il nuovo umanesimo e la sua nuova società, basata sulla condivisione totale e armoniosa dell’esistente.

Ogni valore di riferimento dell’uomo contemporaneo non avrà seguito e si perderà (in verità si è già perso), purtroppo non senza generare grande smarrimento e disagio negli individui, abituati a credere importante ciò che non lo è. Questo cambiamento è in parte già in atto ed avrà il suo epilogo negli immediati anni a venire.
Questi cambiamenti e questa mancanza di punti di riferimento importanti sta generato individui infelici, perennemente insoddisfatti. Ipercinetici ossessivi compulsivi alla ricerca disperata di feticci in grado di alleviare il proprio incolmabile senso di smarrimento, solitudine e vacuità.

È per questa ragione che ho deciso di pubblicare le “4 Regole della Termodinamica Umana”, nella speranza di aiutarvi a ritrovare l’equilibrio perduto, così da aprire uno spiraglio verso un esistenza sinceramente armoniosa e auspicabilmente più felice. Non è che uno spiraglio. Uno spiraglio basterà.

“Videro l’abisso e compresero la misura”

Le 4 regole della termodinamica umana:

 

REGOLA ZERO: NON RICERCARE LA FELICITÀ NELLE COSE

L’armonia interiore (come il suo contrario) è una condizione naturalmente presente all’interno di ogni individuo.

Ogni essere umano è unico e indivisibile e questa unicità oltre ad essere il suo punto di forza è anche il suo limite, infatti, la stessa, oltre a renderlo libero (libertà relativa), lo rende intimamente solo, proprio perché unico e quindi diverso. Per questa ragione tende da sempre nel circondarsi di oggetti, nel disperato tentativo di distogliere l’attenzione da ciò che è dentro di lui. Ciò nonostante l’uomo mai potrà colmare questo intimo senso di solitudine attraverso la ricerca esterna (o esteriore), esso dovrà invece rivolgere lo sguardo verso di sè ed agendo in modo sincero, cercare di approfondire la conoscenza e l’accettazione della propria condizione. Riempiendo così il vuoto.

In realtà anche l’uomo che si circonda di cose, opera inconsapevolmente nella medesima direzione (conoscenza e accettazione del proprio Io), con l’unica differenza che in questo caso il percorso si dimostra più tortuoso, sofferto e doloroso. Liberarsi dall’idea che gli oggetti procurino felicità può non essere così semplice, soprattutto per chi vive in paesi industrializzati, dove l’idea del possesso è un vero e proprio culto collettivo. Tuttavia, se il fine è il proprio benessere ed equilibrio interiore, questo sforzo va fatto e i risultati non tarderanno a venire.

Cercate di non dare più importanza a ciò che è al di fuori rispetto a ciò che è al di dentro. Esercitatevi nell’introspezione.

 

REGOLA UNO: VIVI IN COMUNIONE

La comunione é l’idea di far parte di un tutt’uno con gli elementi vitali che ci circondano. Il concetto di comunione riferito ad una comunità prende il nome di condivisione.

Ogni essere umano è naturalmente un tutt’uno con il Creato-Creatore (concetto che prevede il principio di auto genesi del Tutto da parte di umanamente indefinibile intelligenza), ma dotato di una personalità unica che lo contraddistingue.

L’essere umano è un’entità inscindibile ciò significa che non è in grado di dividersi in più individui o ancora, alternare la propria condizione umana tra differenti esseri viventi. In sostanza un individuo non può smettere di essere ciò che è. Gli è permesso tuttavia, grazie ai sensi e all’intelletto di avvicinarsi anche molto a condizioni diverse dalla propria. A volte si usa il termine “immedesimarsi”. La comunione è qualcosa di simile e permette di porsi trasparentemente in una condizione di totale e incondizionata apertura nei confronti di qualsiasi entità vivente.

Ci si arriva per gradi, naturalmente e senza particolari tecniche. Sentimenti che ostacolano questo percorso sono: l’odio, l’invidia, la superbia, l’arroganza, la superficialità, il rancore e il disprezzo. Sentimenti che conducono verso questa esperienza sono: l’amore, la freschezza, la capacita di ascoltare. Fondamentale più che la ricerca del risultato deve essere l’atteggiamento e la sua costanza.

 

REGOLA DUE: LA NATURA È OGNI COSA

L’uomo è legato alla natura In modo strettissimo, l’uomo è parte della natura e la natura è parte dell’uomo. La natura compenetra l’uomo e viceversa. L’uomo non può esistere al di fuori della natura e la natura non avrebbe senso senza la presenza di forme di vita intelligenti. Si può affermare infatti che la natura è stata concepita esclusivamente in funzione di accogliere forme di vita intelligenti.

Noi dobbiamo grande rispetto e venerazione nei confronti di ogni cosa esistente sia essa animata che (apparentemente) inanimata. La natura non è semplice da comprendere per un uomo e certamente in taluni casi difficile da accettare, tuttavia il nostro benessere e il nostro appagamento in quanto esseri viventi di natura, passa attraverso l’accettazione delle leggi naturali. L’essere umano non deve spendere le sue energie e il suo intelletto per contrastarle, ma per assecondarle e comprenderle. Ciò darà all’uomo, come conseguenza fisiologica, la possibilità di comprendere ed accettare se stesso. Viceversa più l’uomo se ne allontanerà più perderà la possibilità di accettarsi e dunque di vivere serenamente e felicemente la sua condizione umana.

Mentre guardate il cielo, la natura è tutto ciò che vi circonda, chiedetevi il senso di tutto ciò. Non è importante giungere a delle risposte, è più importante il vostro atteggiamento, le risposte arriveranno.

 

REGOLA TRE: NON TEMERE IL TEMPO

L’uomo è immerso nel tempo, come in un fluido trasparente, simile all’aria. L’uomo non può vedere il tempo ma solo i suoi effetti. Ha creato strumenti per misurarlo, ma il tempo continua ad essere una condizione assolutamente relativa.

Il tempo è per l’uomo infinitamente più prezioso di ogni bene materiale. Il tempo, è il suo tempo. Il tempo, è la vita che lo separa dalla morte. E l’uomo teme la morte come teme il tempo, come teme il tempo che gli rimane.

Sul piano umano tutto ha un principio e una fine e noi dobbiamo imparare ad accettarlo. La morte del corpo come la sua nascita sono elementi imprescindibili e inscindibili e solo un atteggiamento di grande umiltà potrà permettere di accettarne ogni aspetto.

Il tempo è anche ritmo e la vita è scandita da fasi, a cui non si possono sottrarre nemmeno il sole, le maree, le stagioni e tanto meno l’uomo, la cui vitalità proviene dal sole, umore dalle maree e voglia di innamorarsi dalle stagioni.

Il cuore pulsa e il suo ritmo incessante scandisce i diversi momenti della nostra vita. Nella vita di tutti i giorni è bene prestare attenzione al ritmo del cuore e cercare di allontanare da noi ogni cosa non ne sia in risonanza e al contrario cercare di avvicinare ciò che lo è.

Imparate a non temere il tempo che scorre e dunque la morte, non affannatevi, evitate la fretta e cercate invece di trovare del tempo da dedicare all’ozio …o alla riflessione che dir si voglia.