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LA GABBIA DI ORWELL

L’essere umano è una creatura straordinaria.

La sua straordinarietà risiede nel fatto di poter concepire delle idee, dei pensieri articolati e sviluppare soluzioni ai più diversi e complessi problemi.

I diversi approcci ai problemi rispondono innanzitutto alle idee che l’individuo o la società sviluppano entrando in relazione con la realtà manifesta e immanifesta.

Le idee in sostanza sono personali rielaborazioni del vissuto. Scaturiscono essenzialmente dalle emozioni che proviamo quando entriamo in relazione con l’esterno (da qui l’importanza della nostra natura sociale) .

Da quanto sopra possiamo affermare che le idee hanno la funzione di “contenere e canalizzare” la nostra condizione emozionale.
Senza le idee, noi ritorneremo alla stato bestiale, dove ogni emozione perderebbe la possibilità di essere rielaborata e creativizzata.

La facoltà di generare idee dunque ci eleva ad una condizione “superiore” rispetto alla comune condizione animale e in un certo senso ci rende animali speciali.

Premesso ciò, dobbiamo anche affermare che tale prerogativa pone in essere un’importante serie di aspetti critici.
Le idee per loro stessa natura sono volatili e mutevoli, ma non per questo fragili e inoffensive.

Le idee sono infatti spesso forti e condizionanti. Possiamo pensare all’idea della “Razza Ariana” di Hitleriana memoria, all’idea Stalinista del partito unico e della società comunista, o a quella contrapposta della società capitalistica americana. Tutte idee potenti e in grado di condizionare i comportamenti di milioni di persone. Ma esistono idee anche meno complesse, come ad esempio quella dell’imbonitore televisivo di turno che vorrebbe venderci il più efficiente ed economico set di padelle antiaderenti del mercato, o del virologo da salotto che cerca in tutti i modi di convincere lo spettatore a vaccinarsi, magari promettendo in cambio lo stesso set di padelle antiaderenti.

Che il vaccino funzioni o che le padelle siano in grado di cucinare realmente la nostra pietanza preferita non importa, se l’idea è penetrata poi sarà veramente difficile persuaderci del contrario.

E qui arriviamo al punto!

Ogni idea compie un suo percorso e prima di “penetrare” al nostro interno (prima di farsi nostra) deve superare tutta una serie di passaggi condizionali. Questi passaggi in sostanza hanno il compito di approvare o disapprovare la nuova Idea e nel caso immetterla nel flusso di pensiero perché questa diventi “nostra”. A questa “nostra” idea possiamo inoltre aggiungere ulteriori condizioni e possiamo oltremodo svilupparla, articolarla, declinarla piuttosto che assimilarla tout court.

Nel caso contrario, nel caso di un idea “non condivisibile” (interessante osservare il senso del pulsante “condividi” presente in ogni nostra applicazione) possiamo semplicemente rigettarla o utilizzarla per formarci nuove idee. Per esempio il virologo di turno che promette padelle in cambio di vaccini potrebbe ingenerare in noi una profonda ostilità nei confronti delle suddette oppure nei confronti della classe medica in generale e cosi via…

Ecco che le idee in certo senso prendono forma, cioè arrivano a produrre risultati tangibili, passando da una condizione puramente immateriale ad una invece completamente materiale: non vado più dal medico, non compero più padelle antiaderenti, etc, etc…

Ed ecco che prende forma entro di noi una visione del mondo, una nostra personale visione del mondo formata da queste idee e da tutte le possibili relazioni tra queste. Esempio: dato che Tizio è comunista e io invece li detesto perché mangiano i bambini, non frequenterò più la sua famiglia, non andrò più a cena a casa loro, etc, etc…
Dunque posso anche provare infinita simpatia (e magari affetto) per Tizio, ma dal momento che mi sono convinto del fatto che mangi i bambini, questo basta ad escluderlo dai miei rapporti.

Ma cosa si è verificato in sostanza? Che l’idea ha prevalso sulla parte emotiva e stando a quanto affermato appena sopra, che l’emozione dalla quale è scaturita la prima idea (la simpatia) che mi portava a frequentare Tizio, viene “superata e sostituita” dalla nuova idea, che vede i comunisti cibarsi di bambini inermi.

Dunque possiamo affermare ulteriormente che ogni idea è in grado di sostituire (o modificare) un altra.

Ma nella vita di ogni individuo possono svilupparsi un enorme quantità di idee e se ogni idea potenzialmente é in grado di modificarne altre, come possiamo mantenere una sorta di equilibrio psico-emotivo evitando di esserne travolti?

E questo è un’ulteriore punto chiave del discorso.

Noi possiamo assicurarci questa sorta di equilibrio “regolando” l’afflusso di queste idee, scartando a priori quelle che riteniamo “non compatibili” al nostro sentire e al contrario abbracciando quelle che riteniamo “compatibili”. Si tratta di operazioni che il nostro sistema cognitivo esegue automaticamente senza (quasi) il benché minimo nostro intervento. Questo almeno fino al giorno in cui diveniamo consapevoli di questi processi.

A complicare ulteriormente le cose intervengono aspetti strettamente legati alla complessità dell’ambiente (sociale) esterno: ad una sua maggiore complessità corrisponde un aumento esponenziale (ogni essere umano di fatto è un generatore di idee) della possibilità di entrare in relazione con nuove idee e/o nuove visioni del mondo. Acquisire la facoltà di sapersi orientare all’interno di questi flussi di pensiero (anche molto complessi) non è affatto semplice per un essere umano istruito/ammaestrato a rispondere all’autorità.

Se infatti il punto di riferimento e dunque di stabilita del soggetto non é più il soggetto stesso ma un elemento esterno a questo, si instaurerà una sorta di dipendenza del soggetto nei confronti della figura autoritaria. La maestra, il professore, l’imprenditore autorevole, il politico, il prete, il salumiere e cosi via. Il soggetto viene di fatto esautorato della sua facoltà di discernere e in un certo senso “impiantato” al suo posto un “sostituto razionale” in grado di orientarlo nei diversi casi della vita. Questo processo arriva necessariamente a far collassare il poco che rimane del senso critico individuale, esponendo il soggetto ad una serie importante (ed evidente) di criticità.

Va detto che anche l’autorità non è un entità nata dal “caos primordiale” ma voluta e istituita proprio da noi stessi. A esigenza del fatto di poter creare quegli strumenti sociali in grado di facilitarci la lettura della realtà complessa (è un po’ il cane che si morde la coda: creiamo una società estremamente complicata per la cui lettura necessitiamo di ulteriori figure specialistiche e conseguentemente nuove regole, aumentando in questo modo ulteriormente la sua complessità in un gioco perverso senza fine dalle conseguenze spesso tragiche)

Avremmo cosi bisogno, per esempio, del parere del salumiere come del virologo di turno per poter decidere della bontà della mortadella come del vaccino. Delegando inevitabilmente a questi la nostra idea di buono, giusto e salutare.

Bene, tutta questa pizza per dire che: siamo noi a costruire la nostra gabbia, In sostanza accogliendo idee simili e allontanando le idee differenti. Questo processo è in grado di garantirci una discreta stabilita psico-emozionale.

Tuttavia questa “apparente” stabilità (perché fondata su di un meccanismo irrazionale e dunque lontana alla nostra capacità di discernimento) presenta degli effetti collaterali.

Il più importante fra tutti è rappresentato dal fatto che tende a cristallizzare la nostra idea del mondo. Cioè più il soggetto è inconsapevole di tali meccanismi e più la sua idea di se stesso e di ciò che lo circonda tende a rimanere inalterata e immutevole. Ora questo è di certo un problema considerando il fatto che la realtà è un qualcosa di estremamente cangiante. Di fatto, come prima conseguenza, ci renderebbe incapaci di adattarci ai cambiamenti. Esempio: mia moglie mi tradisce, l’unica possibilità è divorziare. Mio figlio non ne vuole sapere di laurearsi in medicina lo dovrò punire. Mia madre ci teneva che io diventassi un ingegnere, ora che lo sono purtroppo faccio crollare i ponti perché la mia ambizione era invece fare il gelataio. E così via…

Ora abbiamo fatto solo alcuni esempi, ma provate a immaginare quante situazioni del genere possono svilupparsi da una mente cristallizzata. Infinite.

Ma quanto sopra ha anche effetti secondari di non minore gravita.

Una mente cristallizzata non sarà in grado di leggere la realtà. Niente male vero?
Ma secondo quale principio una mente siffatta non sarebbe in grado di leggere la realtà?

Ora immaginate una persona con delle idee ben precise e radicate del mondo, per esempio che la vita ha senso solo se si dispone di importanti ricchezze materiali, di una famiglia perfetta fatta da una moglie bellissima e di figli molto colti e istruiti, una grande casa e auto di lusso, etc, etc..

Supponiamo ora che la moglie sia interessata solo al suo denaro e non alla sua persona e che i figli siano ben istruiti ma che detestino profondamente sia il padre che la madre, l’abitazione complessa da amministrare e l’auto di lusso estremamente difficile da manovrare nel traffico cittadino.

Questa persona sarebbe in grado di accettare tale realtà? O sarebbe per lui molto più semplice continuare a credere in una moglie devota, in figli premurosi e in oggetti di lusso funzionali alla sua felicita?

Altro esempio: Caio ha circa settant’anni e ha condotto una vita al servizio del partito socialista. Ogni attimo del suo tempo libero lo dedicava al partito. Oggi questo partito riceve e accoglie ogni giorno le istanze dei diversi lobbisti, promuovendo iniziative politiche che nulla hanno a che fare con quanto dichiarato un tempo, semmai andando proprio contro ad ogni promessa elettorale. Credete che Caio sia in grado di “vedere” l’inganno perpetrato nei suoi confronti e nei confronti degli elettori o che sia invece più propenso a giustificare tali comportamenti, magari rinnovando la sua adesione al partito alle prossime elezioni?

Altro esempio: Sempronio, ricco industriale ha speso una vita a far soldi, investendo tutti i suoi ricavi in nuove industrie sempre più tecnologiche ed efficienti. Non ha mai dedicato un attimo a se stesso, per lui esisteva solo l’idea di diventare sempre più potente e commercialmente importante. Secondo voi sarebbe in grado oggi di ammettere a se stesso di aver sprecato la sua vita o di non esser mai riuscito a dar vita ad alcun affetto o relazione umana importante?

Altra cosa interessante da osservare è che la cristallizzazione avviene per quantità in spazio e tempo. Posso concentrare più idee nello stesso luogo ma posso anche stratificarle nel tempo aggiungendo idee alle idee. Si potrebbe anche dire: certezze alle certezze. E dunque ecco un altro passaggio importante: un idea cristallizzata diviene una certezza.

“Sono certo che il mio medico pensi solo alla mia salute!”
“Sono certo che il partito si dedichi solo al bene del paese”
“Sono certo che la chiesa cattolica è l’unico baluardo alla spiritualità.
“Sono certo che gli extracomunitari siano un problema da eliminare come pure gli omosessuali!”
“Sono certo della genuinità dei biscotti del Mulino Bianco!”
“Sono certo che la mia Nazionale fa solo l’interesse della sua bandiera.”
“Sono certo che la tecnologia risolverà ogni problema del pianeta!”
“Sono certo che Google non se ne fa nulla dei miei dati personali e nemmeno di quelli sanitari (tanto non ho nulla da nascondere)!”
“Sono certo che il cambiamento climatico non è generato dall’attività umana (lo dicono in TV!)”
“Sono certo che questo modello sociale è il migliore e prospererà ancora per anni e anni a venire”
“Sono certo che la ministra Lorenzin come pure il suo omologo e contemporaneo Speranza abbiano a cuore solo la salute di tutti noi italiani!!”
E cosi via…

E se cosi non fosse? E se per caso, vuoi mai, le cose non andassero proprio in questo verso, saremmo in grado di riconoscerlo?

In definitiva siamo in grado di giudicare consapevolmente gli eventi o sono le “nostre” idee che operano la scelta vera e propria sostituendosi alla nostra parte razionale e critica??

Ma, giunti a questo punto dobbiamo porci la domanda delle domande: in un mondo siffatto, come possiamo essere felici?
Come possiamo essere felici se ciò in cui crediamo nella maggior parte dei casi non corrisponde a realtà?
Come possiamo essere felici se gran parte della nostra idea del mondo non collima con la struttura essenziale del mondo stesso?
È chiaro che diventa di vitale importanza, per un essere umano immesso e immerso in un contesto simile, continuare a rifiutare ogni idea reale del mondo pur di sopravvivere, compromettendo evidentemente in questo modo ogni via verso la felicità!

Tutto questo, lo ribadiamo, non può che generare esseri infinitamente infelici perché in sostanza incapaci di aderire alla forma più autentica della realtà e della vita, a quella più profonda e meno superficiale, a quella “di Natura”.

E dunque: liberatevi dalle vostre gabbie!! Dalle gabbie che voi stessi vi siete costruiti!! Fatelo finché siete giovani, con il passare degli anni, altre idee si stratificheranno e sempre più difficile sarà rompere queste catene!

Fatelo se ci tenete alla vostra (e di chi vi sta vicino) felicità!

Fate vostre le vostre idee e fate in modo che le altrui non diventino vostre certezze!