Le banche e i mercati stanno crollando, ma la crisi favorisce Berlusconi, trattato da alcuni media con un’adulazione degna della Corea del Nord, mentre il suo governo gode di un’autorità che non si vedeva da decenni. Il Presidente del Consiglio ha proclamato in prima pagina che “l’aiuto statale, una volta consideraro un peccato, è ora assolutamente essenziale” insieme a promesse di aiuti al mercato dell’auto e ad altri settori.
Ilvo Diamanti, sociologo, ha detto: “Caduto in disgrazia negli anni ‘80, innominabile nei ‘90, lo Stato è tornato (…) come garante, salvatore, esibito come un’icona, un’immagine sacra. “Mentre le banche, per ora tutte straniere, crollavano intorno a lui, Berlusconi ha coltivato un’immagine di calma e controllo, recandosi perfino in un’istituto di benessere in Umbria ed elargendo consigli sul mercato immobiliare: grosse aziende con una grossa partecipazione statale. Svariate pagine de Il Giornale, il quotidiano di famiglia, ne celebravano il 72esimo compleanno. Erano elencati gli auguri di tutti i simpatizzanti, con in testa Vladimir Putin, primo ministro russo.
Agli italiani sembra piacere da matti. Un sondaggio della Ipr Marketing di questa settimana dava a Berlusconi il 62% delle preferenze, la percentuale più alta da quando ha battuto la coalizione di centro-sinistra alle elezioni dello scorso aprile e ha cominciato il suo terzo mandato. “Onestamente, è imbarazzante” ha detto. I sostenitori conservatori danno credito a Berlusconi di aver guidato la risposta europea alla crisi e a Giulio Tremonti di averla saputa prevedere.
Perfino quegli aspetti dell’Italia che prima erano considerati negativi – banche poco agili, riluttanza dei consumatori al credito e l’economia sommersa – sono ora celebrati. Il “salvataggio” dalla bancarotta della compagnia statale Alitalia non fa che confermare l’efficacia del metodo all’italiana. A dispetto della sua immagine di imprenditore liberale, Berlusconi ora, sostengono i critici, si trova dove si sente più a suo agio, a dirigere i mercati e i settori strategici attraverso lo Stato e Alitalia ne è l’esempio lampante.
La compagnia aerea in perdita è stata consegnata ad un gruppo di imprenditori italiani, escludendo così un compratore straniero, cambiando le leggi contro il monopolio e presentando un conto di svariati miliardi di euro ai contribuenti. Berlusconi dice di voler cambiare le regole per proteggere meglio le aziende italiane in difficoltà da tentativi di scalate straniere ostili, spingendo Tito Boeri, un economista, a domandare: “ostili per chi?” – gli azionisti, la compagnia o lo stato? Diamanti sostiene che questo nuovo stato correrà in soccorso di banche e mercati, ma non della scuola e del welfare. L’autorità dello stato viene anche espressa tramite l’invio dell’esercito per combattere la crisi della spazzatura a Napoli e per combattere la criminalità di strada e l’immigrazione illegale. I sondaggi mostrano che il pubblico apprezza.
La più lunga luna di miele di Berlusconi potrebbe, tuttavia, finire. A Milano, è ricominciato venerdì il processo di David Mills, un avvocato fiscale britannico accusato di essersi fatto corrompere da Berlusconi per nascondere conti illegali. Ambedue negano le accuse. Il Presidente del Consiglio non ha perso tempo e ha utilizzato la sua solida maggioranza parlamentare per assicurarsi l’immunità durante il mandato. Il processo sta continuando senza di lui e i giudici hanno fatto ricorso contro la legge sull’immunità alla Corte Costituzionale.
Berlusconi, che accusa i magistrati di aver scatenato una guerra politica contro di lui, ha candidato a sua volta Gaetano Pecorella, suo avvocato personale, al posto vacante in Corte Costituzionale. Luca Poniz, un giudice milanese non coinvolto nel processo, ha detto che la difesa di Berlusconi era preoccupata in caso di condanna di Mills, in quanto ciò potrebbe avere conseguenze negative per il Presidente del Consiglio. Poniz, che presiede l’Associazione Nazionale Magistrati di Milano, ha detto che i politici italiani sono “allergici alle regole” e hanno lanciato un “attacco feroce” alla magistratura, incluso minacce alla Corte Costituzionale nel caso in cui dovesse bocciare la legge sull’immunità.